

La divisione Plastic Packaging nasce dall’acquisizione da parte del gruppo ReLife di due aziende storiche piemontesi (Plastipol e Plastipoliver) che vantano un’esperienza consolidata nel processo di riciclo partendo da scarti industriali e rifiuti post-consumo, con una visione industriale in forte anticipo sui tempi.
La divisione Plastic Packaging vanta oltre 30 brevetti e pone la massima attenzione alla circolarità attraverso le diverse certificazioni quali ISO 9001, ISO 14001, CARBON FOOTPRINT UNI EN 15593, UNI EN 13592, NF, NF ENVIRONMENT, UNI EN 13432, PSV, HPB. ReLife Plastic Packaging riceve rifiuti plastici, prevalentemente da raccolta differenziata post consumo selezionata in gran parte negli impianti della divisione Recycling, per oltre 16.000 tonnellate anno, trasformando gli stessi in 13.000 ton di materia prima secondaria e in diversi prodotti finiti, tra cui sacchetti e film in polietilene, per la vendita al consumatore finale.
UNA VISIONE PIONIERISTICA
La divisione Plastic Packaging di ReLife ha le sue radici nella visione dei fondatori di Plastipol e Plastipoliver alla metà degli anni ’60 e 70 del secolo scorso.
I primi sacchetti, prodotti con materiale vergine, venivano venduti ai piccoli esercizi commerciali che distribuivano biscotti nella Regione Piemonte, per favorire una migliore conservazione e protezione per gli alimenti.
Lo sviluppo della produzione di plastica rigenerata nasce invece da un’idea ambiziosa e per quei tempi unica nel suo genere, per fronteggiare la crisi petrolifera a metà degli anni ’70 con il conseguente aumento esponenziale dei costi della materia prima.
IL CICLO PRODUTTIVO
Gli impianti della divisione Recycling iniziano il processo attraverso la raccolta e la selezione dei rifiuti recuperabili dall’industria privata, dalle municipalizzate e dai consorzi di filiera. La divisione Plastic Packaging utilizza e lavora i rifiuti selezionati provenienti dagli impianti per produrre un granulo e successivamente un’ampia gamma di prodotti finiti.
Le operazioni di selezione, triturazione e lavaggio per avviare prima della fase finale di estrusione in granuli sono effettuate nei propri impianti. Il processo rappresenta un’eccellenza tecnica a livello europeo nella purificazione delle plastiche post consumo, arrivando a sostituire materia vergine anche negli spessori più impegnativi (fino a 15 micron).
PRODUZIONE ED EMISSIONI CO2
L’impianto di produzione lavora su tre turni, con 16 differenti estrusori da monostrato a sette strati per fare circa 800 diversi prodotti da sacchetto alimentare per conservare i cibi refrigerati ad applicazioni non alimentari, quali custodie per indumenti e sacchi per la raccolta dei rifiuti, film in polietilene.
Gli impianti di trasformazione e produzione lavorano oltre 15mila tonnellate di granulo (tra vergine e riciclato) e arrivano a superare i 2,5 miliardi di sacchi venduti al consumatore finale, rispettando in pieno le direttrici di verticalizzazione (tutta la materia prima riciclata è autoprodotta) e sostenibilità, con emissioni di CO2 inferiori al 50% rispetto ai processi di solo vergine e con alta circolarità di prodotto finito in quanto costituito da alte percentuali di post-consumo.
LA STRATEGIA INDUSTRIALE
La strategia industriale della divisione Plastic Packaging è quella di garantire bassi spessori e alta percentuale di riciclo post consumo. In particolare, sul tema essenziale degli imballaggi secondari e terziari, offrendo ai propri Clienti la fornitura di film avvolgibile (ad es. per pallet) con il 60% di post consumo e uno spessore intorno ai 15 micron partendo dal riciclo dei propri stessi rifiuti a base polimerica.
La divisione Plastic Packaging lavora in sinergia con la divisione Recycling per un’integrazione industriale finalizzata a completare il percorso di economia circolare al fine di generare il massimo valore nella filiera del riciclo.